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LA COMUNICAZIONE COERENTE

Philip Martin’s è il Brand che fa della coerenza la propria forza e il proprio credo. Ma che cos’è la coerenza? Come si può applicarla alla comunicazione? È su questo tema che si è basato il terzo webinar di marketing di Valentino Meneghini, direttore commerciale di Philip Martin’s. Un webinar che ha evidenziato l’importanza della comunicazione per i saloni di parrucchieri e i centri estetici e ha sottolineato quanto la comunicazione per essere efficace debba essere coerente.

Il significato

Mandare messaggi senza una linea comune, utilizzando i mezzi in modo diverso, senza unirli in un unico obiettivo: la comunicazione non coerente è, secondo Valentino, uno sforzo continuo che non porta a nessun risultato. “Ego cogito, ergo sum, sive existo – ha spiegato il direttore commerciale di Philip Martin’s - lo disse Cartesio, un filosofo matematico nato nel 1596 e morto nel 1650. La sua frase “Io penso, dunque sono, quindi esisto” ribaltata nel 2020, la si può tradurre in “Io comunico, dunque sono, quindi esisto”. La comunicazione in questi tempi è dove si basa il tutto. Oggigiorno, nell’era dominata dai Social Network, se non si comunica quello che si è, quello che si fa e quello che si offre è come se non si esistesse”.

I mezzi, i modi e i luoghi

Se non c’è connessione tra mezzi, modi e luogo, la comunicazione non sarà efficace e nemmeno coerente, ma sarà controproducente: è questo ciò che Valentino ha evidenziato durante il webinar, analizzando poi ogni mezzo.

Il sito web

Secondo gli studi di Albert Mehrabian, la comunicazione verbale incide per il 7%, la paraverbale per il 38% e la non verbale per il 55%. È quindi necessario non usare solo le parole. “Quindi è necessario il sito internet – continua Valentino - ma occorre fare in modo che non diventi un’immagine di staticità. Occorre aggiornarlo perché se rimane fermo, il cliente penserà che l’attività, il negozio sia fermo, chiuso. Se non si aggiorna, è meglio non farlo, spegnerlo. Se non si ha tempo, non si è in grado di farlo, occorre decidere, perché il sito non può essere lasciato non aggiornato”.

I social network

I social network sono un’opportunità o sono una giungla? I dati di gennaio 2020, in Italia, mostrano 29 milioni di utenti attivi in Facebook; 20 milioni in Instagram; 14 milioni in Linkedin; 12 milioni in Pinterest; 6,4 milioni in Tik Tok; 3,17 milioni in Twitter e 3,05 milioni in Snapchat. Analizzando l’età media si nota che Facebook raccoglie in media i quarantenni, Instagram coloro che hanno tra i 25 e i 40 anni e Tic Toc i minori di 25 anni. “Dai dati si evince quindi – ha spiegato il direttore commerciale di Philip Martin’s – che la diretta, il post lungo lo si fa in Facebook, mentre Instagram è ideale per le foto immediate. Il messaggio quindi non potrà essere uguale in tutti i social perché per ogni piattaforma occorrerà pensare a chi si sta rivolgendo”. Valentino ha menzionato anche Youtube, il secondo social media in Italia e il primo a livello globale: “Anche per questo social occorre farsi una domanda. È più facile vedere un video, piuttosto che leggere. Il video però per essere guardato deve essere progettato, pensato”.

La statistica più aggiornata sul tempo passato sui social network, riporta un tempo medio di quasi 2 ore (1,51) al giorno: una grande percentuale del tempo libero di una persona. Bastano quindi i social network per far passare il messaggio? A rispondere alla domanda è Valentino: “La numerosa offerta dei players e l’incredibile mole dei messaggi postati rischiano di non far arrivare il messaggio al cliente. Per la comunicazione coerente non basta quindi usare i social”.

Il gestionale WhatsApp

A breve sarà disponibile il gestionale WhatsApp Business. All’interno di esso, si potranno targetizzare i clienti in base al sesso, all’età, alla posizione sociale/lavorativa e ai servizi che solitamente richiede. Una volta conclusa la targetizzazione, si potranno creare le liste broadcast, che daranno modo di mandare messaggi “dedicati” ad una specifica lista di potenziali interessati, per il servizio/prodotto che si vuole proporre (Il nuovo colore per chi solitamente si sottopone al colore, il massaggio rilassante per il cliente che l’ha già chiesto, eccetera). L’azione marcom (che unisce marketing e commerciale) dovrà essere fatta nei tempi giusti e nel momento in cui si potrà soddisfare ciò che si è proposto: “Sarà inutile – spiega Valentino – proporre qualcosa alla riapertura del 18 maggio perché non si avrà posto e non si avrà nemmeno bisogno di fare qualche azioni di marketing: tutti i clienti avranno già bisogno di venire”. Occorrerà poi non dimenticarsi di stimolare un feedback: quando il cliente entrerà in negozio, gli si chiederà se ha visto, se ha letto, e si riprenderà il discorso.

Il negozio

Occorre avere una visione a 360° per la comunicazione coerente e quindi non può mancare la vetrina fisica del negozio. “Se si parla di solari – ha evidenziato Valentino - ma entrando in negozio non si vede nulla di solari è meglio non pubblicare messaggi nel web. La vetrina è lo specchio del pensiero. La vetrina è lo specchio dell’agire. La vetrina è lo specchio del risultato. Occorre quindi guardare dall’esterno la vetrina e chiedersi cosa comunica”. All’interno del negozio diventa poi essenziale respirare il messaggio che si è deciso di mandare: un negozio statico, con i prodotti messi sempre allo stesso modo, con barriere che non permettono di toccare, di cogliere le note olfattive degli articoli non produrrà i risultati che si sperano.

La dinamicità stimola la curiosità. Il cliente vuole essere sorpreso. Senza stravolgimenti, ma con qualcosa di diverso ogni volta, il cliente sarà emozionato. La sorpresa è infatti un’emozione e il negozio deve essere la casa delle emozioni.

I collaboratori

L’azione condivisa avrà molta più forza di qualcosa di imposto. Durante un brain-storming un ultimo arrivato potrebbe dare soluzioni e spunti diversi perché applicherà più facilmente il pensiero laterale. Se tutti condivideranno il messaggio che si vuole mandare e parleranno la stessa lingua, tutti saranno orientati ad ottenere lo stesso risultato.

I risultati

“A risultati ottenuti – ha concluso Valentino - occorre festeggiare e celebrare. La coerenza nel pensare si tramuta in coerenza nel fare e in coerenza nel raccogliere”.



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